Wang Shu è il primo progettista della Repubblica Popolare Cinese a
conquistare, nel 2012, il premio Pritzker: il più ambito riconoscimento
dedicato all'architettura in campo internazionale.
Tra i maggiori meriti da attribuire all'architetto vi è una capacità innata di sfruttare la propria intelligenza per creare edifici apparentemente naturali sfidando limiti fisici ed economici.
Tra i maggiori meriti da attribuire all'architetto vi è una capacità innata di sfruttare la propria intelligenza per creare edifici apparentemente naturali sfidando limiti fisici ed economici.
L'architetto e il suo studio utilizzano il "wa pan", un metodo di
costruzione tipico cinese che permette una rapida relizzazione a basso
costo. Particolare attenzione è data al riutilizzo dei materiali che si
rinnovano costantemente in modo da permettere un'architettura
ecosostenibile. L'impatto ambientale, a livello visivo è non solo, è
argomento centrale per l'architettura cinese che è sempre posta in
secondo piano rispetto alla natura.
Shu definisce l'architetto come quella persona che riesce a creare nuove possibilità per le tradizioni. Il riutilizzo di risorse offre la possibilità di riscoprire le tradizioni culturali, l'artigianato e la storia. Materiali tradizionali come il legno e il bambu entrano in contatto con moderne e tecnologiche tecniche di progettazione. I suoi edifici sono luoghi in cui si incontrano architettura, design e paesaggi.
Sopra: la Ceraminc House riprende le sue forme dalle pietre utilizzate dalla tradizione calligrafica cinese per la produzione di inchiostro e incorpora frammenti di porcellane provenienti dalla dinastia Zhou.
Sotto: la Biblioteca del Wenzheng College è un tipico esempio dell'attenzione prestata da Shu all'impatto degli edifici rispetto all'ambiente circostante che integra tecnologie di risparmio energetico.
TO THE
TOP