Le prime serie dell'artista a richiamare l'attenzione della critica internazionale portano i titoli "Muffa" e "Catrame". La pittura viene "inspessita", diventa agglomerato organico in cui catrame, sabbia, vinavil e fango sembrano prendere vita in una sorta di crudezza che non esclude l'eleganza e la raffinatezza dei rapporti tonali.
Sopra:
Nel 1950 nasce una nuova serie: "Sacchi". Il nero, il rosso e il bianco danno vita a netti contrasti oppure vivono autonomi, ma sono sempre utilizzati da Burri per sottolineare gli strappi e le lacerazioni che vengono inflitte ai supporti in juta. Gli anni '60 invece sono caratterizzati da "Le Plastiche" e rappresentano un periodo di aggressività dell'artista nei confronti della materia, che per tutto il suo percorso rappresenta il mezzo attraverso cui esternare sentimenti e stati d'animo.
Sotto a sinistra:
L'importanza di "Le Plastiche" sta anche nella svolta che questa serie rappresenta per l'artista. Burri abbandona le materie "umili" per avvicinarsi ai materiali tecnologici ed industriali che segnano la ripresa del secondo dopoguerra. Nascono poi i "Cretti" e "Cellotex" in cui le spaccature non rappresentano più ferite, ma diventano ragionati disegni realizzati in toni pallidi e raffinati.
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