La donna come simbolo di eleganza e fascino è il mezzo di indagine proposto da Giuseppe Mastromatteo attraverso la sua arte fotografica. Le linee pulite, le forme seducenti, la sensualità e la trasparenza si fondono in collage di immagini che potrebbero essere semplici, ma in realtà fanno uso dei più recenti strumenti della fotografia contemporanea per mostrare tutta la fluidità di cui sono capaci. La fotografia cessa di essere fine a se stessa e lascia spazio ad altri canali di comunicazione.
Mastromatteo trae la sua ispirazione dalle visioni surrealiste di Man Ray e Magritte e propone volti strappati, le mani che vengono attraversate da occhi, orecchie e bocche. Il dibattito si sposta sullla bellezza interiore di ciascuno, omettendo i canoni del ritratto tradizionale. Il corpo diventa un luogo per raccontare lo sconfinamento di persone, sesso, culture, razze e religioni.
L'imprevedibilità e l'autenticità delle opere d'arte sono un riflesso delle mutazioni continue di appartenenza alla condizione umana. Bianco, nero e rosso sono i soli colori utilizzati per definire le forme umane che si pongono di fronte alla macchina da presa senza lasciare spazio alla l'espressione dei sentimenti, per non distogliere l'attenzione dal teatro dell'assurdo che l'artista vuole rappresentare. Questi sguardi vacui vogliono trasmettere un senso di incertezza nei confonti del terzo millenio.
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