Il Museum of Contemporary Art di Sidney ospita per la prima volta in Australia una mostra interamente dedicata alle opere di Anish Kapoor, architetto e scultore indiano. Temi portanti della sua indagine sono l'androginia, la sessualità e il rito sviluppati con un metodo che coniuga l'arte e la cultura orientale ed occidentale. Attraverso l'impiego di gesso, granito, calcare, legni e marmi prendono vita forme pensate in seguito allo studio dell'arte povera e di ricerche sviluppate negli anni '60.
Le forme geometriche, biomorfe ed enigmatiche si vestono di colori pigmentatissimi provenienti da cromatismi tipicamente indiani; il rosso, simbolo di passione, e il blu, che da sempre portatore di sentimenti come spiritualità e trascendenza, risvegliano i sensi e il corpo come unico mezzo di conoscenza. Luce e ombra convivono su superfici specchiate che riflettono la realtà e assorbono gli spazi circostanti fino a renderli parte di esse.
Fino ad Aprile al Museo di Arte Contemporanea sono esposte opere come 1000 Names (1979-80), una delle prime sculture di Kapoor; Void (1989) una grande scultura che cambia il suo aspetto da concavo a convesso a seconda della posizione dell'osservatore; e My Red Homeland (2003) enorme struttura circolare in cui una lama motorizzata disseziona e rimodella 25 tonnellate di cera rossa come simbolo del ruolo dell'artista.
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